Concerto per Anniversario 1946 – 2022 – Ola Gjeilo (*1978) – Dark Night of the soul
“Ispirato dalla grazia e dalla passione di un poema medievale, questo lungo lavoro offre intensi scambi drammatici tra coro, pianoforte e quartetto d’archi; i sentimenti di quiete e pace sono rappresentati magnificamente, rendendo questo lavoro memorabile sia per gli esecutori che per il pubblico.
Il testo di “Dark Night of the Soul” è tratto dall’omonimo poema del mistico San Giovanni della Croce, vissuto nel XVI secolo, che descrive la condotta dell’anima lungo la via spirituale che conduce alla perfetta unione con Dio attraverso l’amore, nella misura in cui essa è raggiungibile in questa vita.
“La notte oscura dell’anima”.
Il titolo suona già alquanto sconvolgente: può evocare immagini di abbandono in un universo ostile, o anche solo trappole nella nostra mente, da soli con i nostri demoni privati.
Per molti, la notte oscura appare come una crisi di fede, a volte innescata da una perdita o da una malattia, quando tutto ciò in cui si è confidato crolla improvvisamente nel dubbio e Dio si sente molto lontano. Nessuno sembra essere immune da tali crisi, se pensiamo che anche persone come Madre Teresa di Calcutta hanno vissuto periodi oscuri di dubbio e di alienazione.
Ma sorprendentemente, il testo originale di San Giovanni della Croce trabocca di speranza: l’anima che esce dalla sua “casa” nella notte oscura, segretamente, senza paura, guidata nel suo viaggio dalla luce sfolgorante dell’amore.
San Giovanni della Croce (Juan de la Cruz) fu una figura di spicco nella Controriforma in Spagna.
Nato intorno al 1542, entrò a far parte dell’Ordine Carmelitano come frate nel 1563 e continuò i suoi studi religiosi a Salamanca, dove uno dei suoi insegnanti, Fray Luis de León, tradusse il Cantico dei Cantici in spagnolo in un momento in cui la Chiesa proibiva di rendere la Bibbia nelle lingue vernacolari.
Fu ordinato sacerdote nel 1567 con l’intenzione di entrare in un ordine contemplativo, ma dall’incontro con la suora carmelitana Teresa de Jesus, nacque l’idea di riformare l’Ordine Carmelitano, riportandolo alla “Regola Primitiva”, fondata su silenzio, digiuni e privazioni, al fine di invertire la tendenza alla corruzione morale e spirituale della Chiesa del tempo.
Verso la metà degli anni ’70 del Cinquecento, ebbe una visione mistica di Cristo crocifisso, visto dall’alto, che riportò in un disegno (questo, a sua volta, ispirò un famoso dipinto di Salvador Dalì). Lo stesso periodo vide crescenti tensioni nell’Ordine Carmelitano sulle nuove riforme, che culminarono nel 1576 con la soppressione ufficiale del suo ordine ed il suo arresto nel 1577 ad opera di un gruppo di Carmelitani antiriformisti.
Imprigionato in una minuscola cella e torturato, compose “La notte oscura dell’anima” e il suo Cantico spirituale, sulla carta portata di nascosto dal frate che custodiva la sua cella.
La musica scritta di Ola Gjeilo, anche se non è una immagine del testo “parola per parola”, costituisce una rappresentazione quasi rinascimentale delle emozioni che stanno alla base dell’intera cantica: trascende le effettive note suonate e raggiunge, parimenti al testo, un livello di estasi che solo la musica può far emergere” – Giuseppe Cappotto
“Dark Night of the Soul è stato scritto nel 2010 e presentato in anteprima quell’anno dalla Phoenix Chorale. Il testo mi è stato suggerito da Joel Rinsema, Direttore della Phoenix Chorale, e mi sono subito innamorato della sua appassionata spiritualità. Una delle cose che volevo fare in questo pezzo era rendere il coro e il pianoforte abbastanza uguali, come in un dialogo; spesso il pianoforte accompagna il coro, ma a volte il coro accompagna il pianoforte (o il violino), assumendo il ruolo di una morbida, ma ricca struttura di “orchestra d’archi”. Adoro il suono delle voci che intonano accordi, crea un’atmosfera che può essere così evocativa e calda, soprattutto se raddoppiato da un quartetto d’archi. Per me, quella combinazione di suoni ha un effetto simile a quello di un grande synth pad, solo che forse sembra più organico e vivo.” – Ola Gjeilo.