Cronache Corali ’70 – ’90
di Alessandro Vertamy
1 – Preistoria
Agli inizi degli anni ’70 (del secolo scorso) quando conobbi la Società Corale Città di Cuneo ed entrai a farne parte, essa aveva la sede in via Santa Maria, quasi di fronte al portale di San Francesco, all’ultimo piano in alcuni locali dell’ex ospedale Santa Croce.
Alla sua fondazione, nel 1946, il coro, inizialmente maschile, dopo essere stato ospitato in diverse sedi provvisorie, aveva trovato posto all’interno della chiesa stessa, in locali che erano stati realizzati soppalcando l’edificio; al piano terra venivano ricoverati i carretti comunali per lo spargimento della sabbia sulle vie cittadine, al secondo operavano varie società sportive e culturali, tra cui anche il nostro coro.
Tutti questi gruppi furono poi spostati quando si cominciò a parlare di una ristrutturazione generale del bel San Francesco, usato dall’età napoleonica in poi come caserma, infermeria, magazzino, stalla e ridotto in condizioni indicibili. Questa ristrutturazione durò vari anni con costi altissimi ma oggi possiamo, grazie alla lungimiranza delle diverse amministrazioni che vi misero mano ed al contributo delle fondazioni bancarie, godere di questo stupendo locale adibito a mostre e concerti.
Si saliva per una stretta e buia scala tre ripidi piani per giungere trafelati alle prove, che già allora si svolgevano di martedì e venerdì. Il mio ricordo di quei locali non è molto preciso e vivido, perché li frequentai poco tempo e non ebbi tempo di affezionarmi ad essi.
Tre stanze: a destra il locale più ampio, arredato con le pesantissime e robuste pedane in ferro per i coristi e che servivano quando il coro cantava al completo. Esse ci accompagnarono poi nella sede di via Alba e vi stettero per ben venticinque anni. Ignoro dove ad oggi siano finite dopo trent’anni e più di onorato servizio. A sinistra una stanza più piccola per le prove a voci separate, dove in genere provavano tenori e bassi; il corridoio portava ad una terza stanza dove solitamente provavano i soprani ed i contralti. Questa sede non esiste più e pochissimi sono i coristi di quei tempi, (la più parte infatti sono deceduti) che possano ricordare quei tempi lontani. L’edificio dell’ospedale è stato in quell’ala completamente restaurato ed ospita oggi la biblioteca dei ragazzi.
2 – Via Alba
Nel 1974 il coro trovò una nuova sede in via Alba 34. L’isolato chiuso tra le vie Alba, Fratelli Ramorino, corso Giovanni XXIII e il cortissimo vicolo Bisalta era occupato interamente da uffici dell’Esercito; vi era situata una serie di edifici tutti collegati tra loro a formare un quadrilatero. Si trattava di costruzioni basse, a due piani, che una volta erano state uffici, magazzini, forse anche scuderie quando Cuneo, città piena di caserme, ospitava migliaia di ragazzi, fanti ed alpini, provenienti da tutta Italia per svolgere i tradizionali tre mesi di addestramento (il Car) e recarsi poi ai diversi reparti.
Quando entrammo nello spazio a noi destinato solo una piccola parte del quadrilatero era ancora in uso, infatti in via Ramorino avevano sede uffici militari per la leva che presto furono chiusi e trasferiti a Torino. Nei locali piano terra, alla nostra sinistra, aveva trovato sede un’associazione di ornitologi che li usavano come magazzino per mangimi e quant’altro serviva al loro hobby di allevatori; li si vedeva raramente. Godevamo di una situazione eccezionale di silenzio quasi totale; poche abitazioni intorno, rarissime le auto che passassero di sera in via Alba, davanti il lungo muro che chiude il cortile dell’allora Istituto per geometri e ragionieri F. A. Bonelli, all’angolo di via Cacciatori delle Alpi la biblioteca civica, ovviamente silenziosa di sera. Sarebbe stato possibile suonare, cantare, far feste, incontrarci senza dare fastidio praticamente a nessuno, cosa che imparammo subito a fare.
Si entrava in un’ampia sala un po’ umida e scura che al fondo, sulla sinistra, mediante due rampe di scale, dava accesso al piano superiore; un piccolo pianerottolo divideva le due sale per le prove del coro. Sul lato prospiciente via Alba le due sale erano unite da un piccolo locale di passaggio che usammo come ufficio ponendovi tavoli, fotocopiatrice, archivio. Per venticinque anni e più il coro lavorò in quelle due stanze mentre quella al piano terra fu raramente usata e solo in casi di necessità. Sulla sinistra il magnifico salone, con il pavimento in legno, capace di quasi un centinaio di persone, con al fondo una pedana che nei primi anni del dopoguerra aveva ospitato orchestrine da ballo per le numerose feste, che a detta di coristi anziani, lì si erano svolte.
Dal pianerottolo, amato luogo di ritrovo per i coristi fumatori durante l’intervallo, si poteva uscire sul ballatoio tramite una porta finestra; sulla destra invece si entrava nella sala più accogliente e luminosa nella quale furono sistemate le pedane e dove, nella prima parte della serata, lavorava la sezione maschile mentre nella seconda si provava con il coro al completo. Anche questa sala aveva una porta finestra che dava sul ballatoio e da cui si poteva accedere ai servizi e ad un piccolo locale usato come ripostiglio.
Sotto di noi un cortile totalmente chiuso, con accesso unico da un portone su via Alba; a primavera era un paradiso di alberi e fiori rari e nelle serate di mezza stagione il balcone, nell’intervallo, si affollava di coristi intenti ad ammirare quel meraviglioso hortus conclusus, dai mille colori e profumi di cui solo noi, oltre al proprietario, potevamo godere.
Era costui un anziano signore, dal viso simpatico e rubizzo, abbellito da due bei baffoni bianchi, un veneto di cognome Titon, che non si sa per quale ragione sostenesse, essendo lui stato dipendente dell’Esercito, di avere diritto ad entrare in quel cortile a coltivare i suoi fiori, che quel giardino era praticamente suo e nessuno mai e poi mai avrebbe potuto cacciarlo da lì.
3 – Inaugurazione
Alcune vecchie foto scattate durante la serata di inaugurazione della nuova sede fanno rivivere in me ricordi lontani e lieti. Il coro sta cantando schierato sulla pedana sotto la direzione del M. Giovanni Mosca. Si sta un po’ stretti ed appiccicati gli uni agli altri, ma ciò da sensazione di sicurezza negli attacchi musicali e ci rende più visibili. Il pubblico degli invitati è numeroso; in prima fila siedono alcuni amministratori comunali e funzionari del Comune e mi da emozione vedere mio padre, nel momento più alto della sua carriera pubblica; accanto a lui il comm. Alfero, consigliere comunale e zio di mia moglie. Sembra quasi di vedere una foto di famiglia. Dopo i brevi discorsi, l’esibizione del coro, gli applausi ed il ricco rinfresco, usciti via via gli ospiti, le autorità, il maestro direttore, comincia la vera festa, quella degli addetti ai lavori. I giovani coristi intonano canzoni, via via meno intonati, mentre alcuni volenterosi sparecchiano i tavoli e riordinano la sala. Al centro del salone, fatto un cerchio di sedie, i vecchi ex coristi cominciano le sequele dei “ti ricordi quando…” e “quella volta che…”. Al centro, dominatore, il ragioniere Turco, per molti anni segretario tuttofare ed indispensabile motore del sodalizio; intorno a lui tra gli altri ex coristi, alcuni veterani del coro, Francesco Carletti in attività corale sin dalla fondazione, Carlo Ramello, Filippo Scotto, i fratelli Piero e Renzo Macario e tanti altri ancora. È uno di quegli “Amarcord” che non finiscono e non vorrebbero terminare mai; i giovani stanno ad ascoltare le storie e gli aneddoti con simpatia e partecipazione. Si può così avvertire e quasi toccare con mano quella continuità storica, quel passaggio della fiaccola, consegnata dai vecchi ai giovani, l’amore sviscerato per il coro e la musica, l’affiatamento che costituisce l’anima di un coro, nel nostro caso la nostra Società Corale, che le ha consentito di vivere per ben settantacinque anni.
4 – Crisi e cambiamenti
Ma come può succedere in ogni famiglia che si rispetti seguirono anche momenti di tensione e scontro, di crisi. A fine 1974 aveva assunto la presidenza Dario Giovannone, giovane brillante, di professione assicuratore, di passione violinista nell’orchestra B. Bruni e nell’omonimo quartetto d’archi; con lui erano entrati nel Consiglio direttivo del sodalizio alcune persone di prestigio in campo musicale, come l’organista Don Gianfranco Agamennone ed il professor Antoniotti, pianista di ampia fama e docente nella civica scuola musicale della nostra città. Nacque e si sviluppò nel coro un fermento sotterraneo, una indefinita e forse eccessiva volontà di mutamento e di ricerca del nuovo che portò in breve a frizioni e poi a conflitti tra la Direzione artistica della Società ed il Consiglio direttivo. La crisi scoppiò presto, nella primavera del 1975, con le dimissioni improvvise ed inattese del Maestro direttore, in un momento delicato, alla vigilia di un importante concerto nella cattedrale di Fossano. Nonostante ciò, le dimissioni furono accolte e questo fatto portò ad aspre divisioni nel coro, all’ abbandono di alcuni coristi. La Società ripartì con fatica sotto la direzione di Andrea Bissi, valente pianista che, contattato dal Presidente, accettò provvisoriamente la direzione con riserva, prendendosi un anno di tempo per provare questa esperienza, per lui nuova. Il programma musicale fu totalmente rinnovato, passando allo studio di autori moderni del Novecento ed il coro per un anno lavorò duramente per abituarsi ad esperienze musicali e ad autori inconsueti, mai facili per intonazione e linguaggio. Il primo risultato di questo faticoso lavoro fu presentato al pubblico la sera dell’11 dicembre 1976, al Civico Teatro Toselli, con una esecuzione discreta che fu accolta dai presenti con simpatia ma anche con qualche perplessità trattandosi di musica cui il nostro pubblico consueto non era assolutamente abituato. Il maestro Bissi confermò la sua disponibilità e la Corale cominciò sotto la sua guida un percorso artistico che diede molte soddisfazioni e successi per un periodo lungo, di molti anni Nel 1977 il presidente Dario Giovannone, per motivi di lavoro, lasciò la presidenza della Società che fu a me affidata e che tenni sino a tutto il 1991.
5 – Concerti
Furono anni di intenso ed entusiasmante lavoro nei quali si operò in diversi modi per far crescere in città il nostro sodalizio. In primo luogo, il rinnovo profondo dei programmi musicali, voluto e seguito tenacemente dal Maestro Bissi. Ma per comprendere meglio la cosa procediamo dalla fine piuttosto che dall’inizio. Il 17 maggio del 1991 in San Francesco la Società Corale ottenne uno strepitoso successo di pubblico e critica (ottocento ascoltatori e forse più) per l’esecuzione integrale della “Messa da Requiem” di W. A. Mozart. Fu questo, sotto il profilo artistico ed organizzativo, un risultato molto alto, reso possibile dal lavoro del coro e del suo direttore, dallo scavo compiuto per anni nelle più diverse e svariate esperienze musicali corali europee di ogni tempo. Il coro aveva raggiunto una notevole maturità nella vocalità, nelle musicalità, nella facilità di leggere ed apprendere gli autori e il Requiem costituì da un lato un punto d’arrivo, ma anche e soprattutto un punto di partenza per nuove e più complesse ed esaltanti esperienze. Ripercorriamo rapidamente alcuni di questi momenti di crescita. Nel 1977, accanto ad alcuni dei più raffinati polifonisti del Cinquecento, il coro esegue la “Missa Brevis” di W. A. Mozart, accostandosi per la prima volta a questo gigante della musica. Accanto alla Messa, quattro Cantate di J. S. Bach, autore che verrà sviscerato negli anni successivi. Nel 1978 è la volta di J. Brahms cui il coro già si era accostato l’anno precedente con la proposta di quattro Lieder, cantati in “compagnia” di brani raffinati di musicisti francesi novecenteschi quali Poulenc, Debussy, Ravel.
Nel concerto del 21 dicembre di quell’anno, al Teatro Toselli, il coro offre al pubblico l’esecuzione integrale dei “Liebeslieder walzer”, canti di origine popolare, scritti da Brahms originariamente per voce e pianoforte o per piccolo gruppo vocale. Pochissimi mesi dopo, l’8 febbraio del 1979 il coro si cimenta in autori russi e slavi; Janacek, Rimskij Korsakov, Kodaly, un approfondimento del tardo Romanticismo musicale europeo. Nel 1982 ancora Brahms di cui vengono eseguiti i 7 splendidi “Marienlieder“ e poi gli “Zigeunerlieder”, i canti zingareschi anch’essi ispirati alla musica popolare slava.
Nel 1986 l’anno musicale della Società è dedicato a J. S. Bach con varie iniziative che culminano con un concerto di cantate del grande amburghese.
Il 1987 segna un momento concertistico di alto valore; il 15 aprile si propone la” Passione secondo Giovanni”, operazione complessa che coinvolge due cori, un complesso orchestrale, il direttore e concertatore torinese Sergio Balestracci. Pochi mesi dopo questa esaltante serata musicale, ripetuta alcune volte in provincia, il nostro coro esegue in Torino, insieme al coro e all’orchestra della Accademia del Santo Spirito, l’Oratorio “David” di Alessandro Scarlatti. Il coro è ormai capace di passare rapidamente da un autore all’altro in breve tempo di studio.
Nell’1988 per Natale musiche di J. S. Bach e W. A. Mozart con l’Amadeus Orchestra, gli inseparabili amici della Polifonica Sommarivese diretti da Claudio Chiavazza e la direzione e concertazione del Maestro Antonio Tappero Merlo.
Nel 1990 la Società inaugura una tradizione utilissima, che avrà sempre più ampio spazio nel futuro, quella di organizzare seminari di studio, talora per direttori, talora per cori, invitando qualche grande della coralità a perfezionare l’esecuzione di brani già abbozzati come studio dal coro stesso. In questo caso l’invitato fu il maestro ungherese Peter Erdei che a Cuneo approfondì con il coro lo studio e l’esecuzione di alcuni mottetti di Anton Bruchner, autore di non lieve difficoltà. In primavera, intanto, il coro si era recato a Montreux in Svizzera per partecipare ad una rassegna internazionale alla fine della quale una giuria di alto livello, il cui compito era di dare consigli ai cori ed ai loro maestri, espresse sulla nostra corale un lusinghiero giudizio.
6 – Comunicazione – Proposta corale
Sotto il profilo organizzativo si tentò di far conoscere meglio il sodalizio in città, tramite mezzi di diffusione e offerte musicali specifiche dedicate ai soci della Società, quasi sempre realizzate nel salone della nostra sede di via Alba, che nel corso degli anni curammo, tinteggiandola noi stessi alcune volte, riuscendo con l’aiuto del Comune ad aggiustare il tetto, acquistando con gravi sacrifici un bel pianoforte a mezza coda che il caro amico Roberto Vacchetta ci vendette a prezzo da super amici.
Si iniziò a stampare nel 1977 un giornaletto semestrale che intitolammo Proposta Corale, mirante ad informare delle nostre proposte i soci, di cui tenemmo il registro chiedendo una modesta quota di adesione al sodalizio. Un foglio senz’altro modesto ma che comportava sovente qualche fatica per riempirne le quattro facciate, che è durato nel tempo poiché ancora oggi dopo quarant’anni esce, ormai in veste on line, ad informare la città sui concerti del coro e sui musicisti in programma.
La Società trovò nell’assessore alla Cultura Nello Steri un convinto promotore delle attività musicali, accanto a quelle teatrali che costituivano per lui la primaria passione, e in quei primi anni in collaborazione con l’Assessorato si tennero lezioni- concerto per le scuole, concerti di “Decentramento“ nelle frazioni di Cuneo, incontri diversi tutti miranti a diffondere la cultura non solo dell’ascolto ma anche della partecipazione attiva alla nostra attività.
7 – Serate di audizione
L’opera di divulgazione culturale operata dal M. Bissi fu in quegli anni veramente notevole. Nel salone di via Alba si svolsero serate di conferenze ed audizioni musicali dedicate a moltissimi musicisti e periodi musicali, corredate da ascolto dal vivo al pianoforte e poi con la collaborazione di giovani musicisti cuneesi che offrirono la loro arte in quelle serate a tema. Diecine e diecine di giovani musicisti cuneesi si esibirono nella Corale che in questo modo diede anche la opportunità a molti giovani di suonare e farsi ascoltare dal vivo da un pubblico che si faceva sempre più raffinato ed esigente. Basti citare per fare un esempio, le serate dedicate a J. S. Bach, quelle dedicate a J. Brahms, a B. Bartok e così via. Caratteristica di quegli incontri era di far ascoltare ai partecipanti musiche di un autore che in un dato anno il coro stava studiando e che il coro avrebbe proposto al pubblico in concerto. Si può citare la serie di 6 incontri serali, dedicati a J. S. Bach che Bissi tenne nell’autunno del 1980 o i 5 incontri dedicati a Bela Bartok intitolati “Alla ricerca dell’arte nazionale” nell’autunno del 1981. In quella occasione iniziammo anche a far partecipare agli incontri giovani musicisti cuneesi che in formazioni diverse proposero musiche degli autori in questione, ampliando la conoscenza della produzione musicale di quei musicisti.
Memorabili anche le serate che il direttore dedicò all’analisi musicale di opere importanti come “Il ratto dal serraglio” di W. A. Mozart o “Le Nozze di Figaro” dello stesso autore. Da qui nacque una vera e propria piccola stagione musicale riservata ai soci che organizzammo per molti anni, con partecipazione e soddisfazione di moltissime persone. Di queste serate che chiamammo anche “stagione concertistica per i soci” daremo in appendice solamente tre esemplificazioni relative agli anni 1983 – 1984 – 1985.
8 – Il problema del reperimento voci
Assillante problema di ogni gruppo corale è quello di reperire voci, ove possibili giovani e intonate, per svolgere la propria attività e non dovere ad ogni concerto avere il timore che, causa malattia o assenze varie, qualche settore del coro resti scoperto. Ciò non è facile perché la partecipazione ad un coro richiede presenza assidua e lavoro impegnativo se si vogliono ottenere risultati musicalmente apprezzabili o per lo meno dignitosi. Per di più in quegli anni tra il Settanta e l’Ottanta, se è vero che la richiesta di musica “colta“ era in crescita, è pur vero che la società di massa andava – in quel tempo come oggi – in tutt’altra direzione, tra canzonette di Sanremo e la musica pop e rock di provenienza anglosassone e la musica corale veniva comunque vista come un fatto d’ élite, un’esperienza non facile cui accostarsi, che creava timore in chi pur coltivasse l’idea di provare tale hobby. Nacque così l’idea di non andare a cercare i coristi ma di formarli noi stessi organizzando presso la nostra sede dei corsi di avviamento al canto e alla coralità destinati prima agli adulti e poi ai bambini, facendo così un investimento culturale a lunga scadenza. Si creò un corso di avviamento al canto che ebbe nel corso del tempo successo coinvolgendo ogni anno una ventina di bimbi e che portò alla nascita di un piccolo coro di voci bianche che si esibì nel corso degli anni in saggi e concerti talvolta anche insieme al coro dei grandi. Si stavano diffondendo in quegli anni nel mondo della scuola ricerche teoriche e pratiche per rendere la formazione musicale più facile ed appetibile, nascevano e si diffondevano metodi non tradizionali; i nomi di Kodaly, Goitre con i loro innovativi metodi di apprendimento della musica si affacciavano tra gli insegnanti curiosi ed innovatori, sorretti da associazioni nazionali che organizzavano incontri, corsi, convegni specifici per la divulgazione della pratica musicale. Ricordiamo il pregevole e faticoso lavoro che fecero alternandosi in Corale per diversi anni le insegnanti Maria Garelli Fino, Mariella Cattero, Enrica Parrà, Alessandra Soglio che avviarono alla musica diecine e diecine di bambini, alcuni dei quali, fattisi grandi proseguirono tale attività nel coro degli adulti.
9 – Corali a Cuneo dall’Europa
Molto impegno fu rivolto nella ricerca di contatti con altri gruppi corali invitando in Cuneo cori di livello. L’idea nasceva dal desiderio di offrire ai nostri coristi e al nostro pubblico la possibilità di ascoltare musiche e vocalità diverse dalla nostra pensando che l’ascolto reciproco rappresenta un utilissimo scambio culturale e tecnico offrendo anche uno stimolo prezioso all’emulazione. Molti cori europei sono stati in quegli anni ospiti della Corale e si riuscì in tal modo a creare uno scambio di esperienze e di contatti che ci permisero poi di proporre la nostra musica in località anche lontane da Cuneo. Ben quattro furono le rassegne corali, che organizzai nel 1981, nel 1983, 1986, 1988 che intitolammo “Corali a Cuneo dall’Europa”. Questo lavoro costò molta fatica ma diede anche grandi soddisfazioni; nacque anche all’interno del coro un gruppo fidato di volontari pronti a dare un aiuto concreto nell’organizzazione di cene, rinfreschi, merende varie nella nostra sede perché – è risaputo – “ogni salmo finisce in gloria”. Quanti momenti di incontro ci furono! Carnevale, Capodanno, ricevimenti di cori amici, ogni occasione fu un pretesto per fare festa e stare insieme in allegria. Il coro era ringiovanito e ben amalgamato, vi entravano persone con forte motivazione, che sovente avevano qualche esperienza musicale e vedevano nella Società corale un gruppo di eccellenza in cui valeva la pena cantare. Oltre a ciò, il piacere di stare insieme anche in altri momenti, al di là delle prove e dei concerti.
10 – I viaggi
Dal 1960 il coro non aveva più effettuato una tournée, dopo quella famosa di Roma, di cui favoleggiavano ancora i pochi coristi che vi avevano preso parte in quel lontano anno. ll primo scambio avvenne grazie all’aiuto di Angelo Agazzani, valente direttore de “La Grangia” di Torino e creatore e primo presidente della Associazione Cori Piemontesi. Egli ci mise in contatto con un coro maschile di Besançon, che andammo a conoscere personalmente con una gita privata Andrea Bissi e del sottoscritto con le relative mogli. E così “Les Chenestrels” vennero a cantare a Cuneo, vi fu una festa grandiosa post concerto sino ad ore “ piccolissime” e poco tempo dopo durante le vacanze del 25 aprile fummo loro ospiti in Francia. Seguì nel tempo lo scambio con gli amici tedeschi di Magonza che furono a Cuneo alcune volte con formazioni diverse e che ci invitarono in Germania a cantare; fu un bellissimo viaggio con due esecuzioni musicali, una a Mainz, nella sede dello Stein Museum (Museo archeologico della città) la seconda a Wiesbaden. Nel 1988 fummo poi ospiti a Brno in Moravia e di quella esperienza si può trovare il resoconto nell’appendice a questo scarno volumetto. Seguì poi una tournée a Londra, la partecipazione ad una importante rassegna in Svizzera cui non partecipai per altri crescenti impegni che mi tenevano legato a Cuneo.
RICORDI
Don Beppe Audisio
Conobbi Don Beppe Audisio quando intorno al 1980 venne a trovarmi su indicazione, credo, del caro amico Don Gianfranco Agamennone. Don Audisio, prete cuneese e di famiglia cuneese, aveva lavorato per anni nella Francia del nord ove assisteva spiritualmente i nostri minatori che si guadagnavano pericolosamente il pane nelle numerose miniere di carbone là esistenti. In seguito, era stato trasferito in Germania a Magonza dove viveva una consistente comunità italiana. Alto, ben portante, allora sulla cinquantina, una lunga bianca ed ondulata capigliatura, occhi vivi e intelligenti sotto gli occhiali, una voce baritonale stentorea, allegro e positivo, facile ad una risata fragorosa e coinvolgente, con la quale mostrava denti bianchissimi, vestiva quasi sempre in borghese. In Magonza, grazie alla sua bella voce, faceva parte di un coro, la Mainzer Singakademie, corale mista legata in origine ad una parrocchia cattolica della città. Per questo motivo venne quella volta a cercare contatti nella sua città, cioè in Cuneo e provincia, con corali e gruppi musicali nell’intento di creare un gemellaggio, uno scambio tra cori. Gli fu indicato il mio nome perché allora io ero Presidente della Corale Città di Cuneo.
Don Beppe era un irrequieto, mai fermo; non stava da me più di un quarto d’ora perché con il pensiero era già a mille altri appuntamenti e contatti che tesseva e aveva trovato, nei pochissimi giorni che si fermava in Cuneo. Uno dei suoi desideri più vivi era quello di ricostruire rapporti di riconciliazione, cordiali e privi di pregiudizi tra i Tedeschi e gli Italiani e riuscì a concretizzare questo suo sogno con iniziative diverse. C’è al Colle della Maddalena, posto proprio sul confine tra Francia e Italia un vecchio edificio militare che oggi è un bell’ostello o rifugio che dir si voglia. Don Beppe riuscì a convincere le Acli di Cuneo a prenderlo in gestione e portò per due estati studenti universitari tedeschi a lavorare per restaurarlo e renderlo abitabile. L’ostello oggi gestito dalla associazione “La compagnia del buon cammino” prese il nome di “Ostello della pace”. Sono quegli stessi studenti che in seguito egli portò alla Marcia della pace di Boves come segno e volontà di riconciliazione. Anche il contatto con il nostro coro mirava ad uno scopo simile; io fui subito entusiasta dell’idea, ma dovetti faticare non poco in coro a convincere i coristi dell’idea di don Beppe. Per di più il suo modo di fare scanzonato, se vogliamo un po’ goliardico e strano, fu visto con qualche sospetto e ironia dai nostri validissimi cantori, molto chiusi come sono sempre di primo acchito i Cuneesi verso il diverso e il nuovo. Il direttore poi, a pelle, non apprezzava questo personaggio, che considerava bizzarro. Per concretizzare lo scambio fui invitato a casa sua in Magonza, una stupenda abitazione, assegnatagli dalla diocesi magontina, al terzo piano di un elegante edificio che dà sulla piazza del Duomo di fronte alla cattedrale della città. Vi trascorsi qualche giorno come suo ospite e presi contatto, dovendo anche ingurgitare molta birra, con i dirigenti del coro locale; il mio tedesco studiato da anni era molto povero ma mi arrangiai sia con le persone sia nella conoscenza di quella meravigliosa città renana. Era infatti la prima volta da quando studiavo la lingua tedesca che potevo vivere un periodo in Germania e non da turista, ma l’esperienza della conversazione in una lingua straniera fu ben diverso che lo studiare sui libri o conversare con la tua insegnante che ti facilita le cose. D’altronde ho verificato nel corso degli anni e dei miei viaggi che quando ci si vuole comprendere non c’è barriera linguistica che lo impedisca se dalle due parti vi è lo stesso desiderio di comunicare. E così il coro tedesco fu nostro ospite per una serie di concerti, nacquero belle amicizie e l’anno seguente fummo noi a recarci a Magonza dove cantammo sia in quella città che nella vicina Wiesbaden.
Fui molto orgoglioso di quel viaggio da me fortemente voluto perché anch’io allo stesso modo di Don Beppe credevo nell’Europa, negli scambi culturali, nella necessità di una più profonda conoscenza tra noi Europei. Il nostro coro aveva fatto il suo ultimo “Tour” nel 1960 ed era mia volontà e desiderio sprovincializzarlo un po’ portandolo in giro ed ospitando altri cori in Cuneo, anche per imparare da loro. Quando don Beppe andò in pensione, forse in considerazione del fatto che parlava bene il francese e il tedesco, ebbe o richiese l’incarico di preparare una pubblicazione, previa ricerca accurata della documentazione necessaria, sulla figura del grande politico francese Robert Schuman, pioniere ed artefice con Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi della Unione europea. Soddisfò in tal modo la sua irrequietezza andando, sempre in viaggio di qua e di là, a cercare testimonianze e documentazione su Schuman in Francia, in Lorena, in Svizzera presso la fondazione Jean Monnet, a Roma al Parlamento italiano e in Vaticano. Una sua caratteristica era quella di non mollare mai e di avere una simpatica faccia di bronzo unita ad un candore fanciullesco nel cercare contatti; basti dire a titolo di esempio che riuscì a farsi ricevere da Giulio Andreotti e a raccoglierne la testimonianza. Ci resta di tutto questo lavoro uno striminzito ma assai documentato volumetto, di una trentina di pagine, avente a titolo ”Robert Schuman costruttore dell’Europa” edito nel 1992 da Leuman in Torino. Ogni tanto venivo messo al corrente della prosecuzione dei lavori quando don Beppe, soprattutto durante il carnevale in Magonza che egli detestava per le strabevute di birra, la volgarità dei comportamenti e delle canzonacce da ubriachi, l’odore pestifero e inestinguibile di birra dovunque, se ne scappava due o tre giorni al massimo per recarsi in un piccolo alloggio, lasciatogli dai suoi, in Limonetto. Le sue comparse erano fulminee; non era ancora arrivato che già spariva per altri incontri. D’estate invece per anni trascorse molte sue ferie sulle navi da crociera. Infatti, essendo egli in Magonza dipendente della locale Diocesi, riceveva uno stipendio e godeva di regolari periodi di ferie che trascorreva sovente offrendosi alla compagnia Costa sulle navi da crociera svolgendovi l’incarico di cappellano per passeggeri e equipaggio. Mi narrò di alcuni suoi contatti in San Pietroburgo con universitari russi dissidenti, di trasporto clandestino in Occidente di documenti compromettenti e nella direzione opposta di vestiario e oggetti necessari in Russia ed introvabili in quel paese per questi giovani. L’ultima volta lo avvisarono in modo rocambolesco che cessasse ogni tipo di contatto causa la scoperta e l’arresto di alcuni studenti; c’era allora l’Unione sovietica e possiamo immaginare quali complicazioni internazionali sarebbero sorte con l’arresto di un prete cattolico che inevitabilmente sarebbe stato accusato di spionaggio e di contrabbando. Don Beppe, ridendo allegramente mi diceva: “Immaginati se per caso mi avessero ispezionato la valigia e vi avessero trovato lamette da barba, riviste americane, reggiseni; sarei probabilmente ancora là!!!” Venne un’ultima volta in Cuneo e mi convinse a portarlo al liceo per parlare di Schuman e dell’idea di Europa unita; nel locale usato per le assemblee e le conferenze sito in via Monte Zovetto parlò ad un gruppo di liceali non senza averli meravigliati e lasciati perplessi perché estrasse una enorme bandiera europea dalla cartella e ci mise non poco tempo, essendo un po’confusionario, a riuscire a stenderla sul lungo tavolo dei relatori. Morì qualche tempo dopo di malattia in Magonza; la notizia la ricevetti da Don Agamennone, che curò il ritorno della salma a Cuneo, nella sua Diocesi di provenienza. Ora riposa nel cimitero di Cuneo.
Amici di Moravia
Nel 1981 nella “Società Corale Città di Cuneo” ideammo una manifestazione che intitolammo “Corali a Cuneo dall’Europa”; si trattava di una serie di quattro o cinque concerti corali con cori italiani e stranieri, che si effettuarono nel mese di settembre. La rassegna ebbe successo e ne organizzammo, a scadenza biennale, quattro edizioni, nel 1981, nel 1983 e poi ancora nel 1986 e 1988.
Tra i cori ospiti ci fu nel 1986 un simpatico complesso femminile proveniente dalla Cecoslovacchia, oggi Repubblica ceca, che si chiamava” Krasnohorskà”. Furono sicuramente loro a contattarci, perché avendo ottenuto di poter espatriare per una breve vacanza musicale, cercavano oltre a Roma, dove qualcuno gli aveva organizzato una serata, altre città italiane che li ospitassero. Già avevamo conosciuto in precedenza a Cuneo il loro direttore, il maestro Bohuslav Navràtil che un anno prima nel 1985 aveva diretto a Cuneo il coro misto Kantila rivelandosi un preparatissimo direttore ed un sensibile musicista: ciò costituiva una garanzia di qualità del coro e pertanto accettammo la proposta senza alcuna esitazione. In quella occasione perfezionammo i contatti con tre simpatici signori del coro che facevano parte del Consiglio direttivo dei due cori amatoriali diretti dal maestro Navràtil e che avevano il compito di gettare con noi la basi per un successivo loro ritorno in Italia e a Cuneo. Infatti, il concerto fu così bello che due anni dopo ospitammo, nel 1988 per la seconda volta il Krasnohorskà e potei rivedere il caro amico Libor e i suoi due collaboratori. Questa volta oltre alle gentili coriste e ai tre simpatici signori, ce n’era un quarto in veste forse di accompagnatore ufficiale, un anonimo personaggio di pochissime parole che poi Libor, il capodelegazione, ci disse essere un dirigente del Partito, mandato con il coro non si sa per qualche motivo in funzione di spia o di controllore o in breve vacanza per qualche merito. Era Libor un personaggio assai particolare; carattere ombroso, spigoloso, grande patriota, odiatore assoluto e senza speranza dei “compagni” russi che dal 1968 occupavano la sua patria, amante del nostro paese e della nostra cultura tanto da aver imparato l’italiano e parlarlo benino, avendolo studiato sui libri di memorie di Sandro Pertini, il nostro grandissimo e amatissimo Presidente. Fu lui a dirmi a denti stretti, furibondo quanto mai, che gli avevano messo alle costole questo individuo, ma le sue parole furono ben peggiori, Provo ancora un po’ di vergogna ripensando all’amico Libor, al suo amore per l’Italia, per il fatto che io, Italiano e socialista, mai avevo ancora letto una riga di Sandro Pertini. Libor aveva fondato, con l’amico Vladimir, il secondo dei tre, nella sua città di Brno in Moravia, la Società Dante Alighieri, ma senza motivazione plausibile e alcuna spiegazione gli era stato proibito dal Partito di continuare nelle iscrizioni, sicché i membri della benemerita associazione che propaganda la civiltà italiana nel mondo, in Brno e in Moravia ebbe soltanto due soci! Era consigliere comunale nella sua città, rappresentante di uno di quei partitini non comunisti che il regime cecoslovacco lasciava esistere per dimostrare ai gonzi, quelli dell’Occidente naturalmente, che nel loro paese esisteva il pluralismo politico; in Occidente dico perché i Cechi in casa propria sapevano benissimo che contavano come l’asso di picche. In ogni caso la posizione di Libor facilitò forse in un primo momento la possibilità per il coro di recarsi in Occidente. Li ospitammo in Cuneo presso la Residenza Bisalta, una bella struttura sita in Borgo San Giuseppe, dove la cucina era eccellente grazie agli abili gestori, i signori Giraudo di Sanpeyre, che si davano da fare ospitando non solo persone anziane ma anche studenti o adulti che per qualche tempo dimoravano in Cuneo. Il nostro budget era modesto perché l’Assessore alla Cultura Streri che sponsorizzava il nostro piccolo festival corale ci teneva a stecchetto; pensavamo che forse l’ospitalità nostra fosse un poco modesta ma poi capimmo che gli amici cechi si erano da noi trovati come in nessun altro posto altrove. Commisi soltanto un errore quando proposi alla proprietaria di offrire liberamente qualche bicchiere di vino o qualche aperitivo ai tre “giannizzeri” e al quarto “individuo”; infatti, quando dopo tre giorni andammo a saldare i conti trovammo una nota astronomica! Il concerto fu un bel concerto in quanto le signore del Krasnohorskà erano veramente brave ed il direttore si riconfermò un autentico, raffinato musicista. La simpatia e l’amicizia nei loro confronti nacque e si consolidò quando venimmo a sapere quali sacrifici avevano fatto per realizzare la loro tournèe; la signora della Residenza ci riferì stupita che le avevano chiesto una montagna di cartoni e scoprimmo che partendo da Cuneo per Roma avrebbero dormito sull’autobus, il quale secondo tradizione risaliva forse al 1950 e non aveva neppure i seggiolini pieghevoli! Il cartone serviva a coprire gli interstizi del sedile e garantire un po’ più di comodità!
In secondo luogo, Libor ci spiegò che i cori del loro paese potevano andare all’estero ogni due anni, se autorizzati, previo invito ufficiale da qualche organizzazione musicale straniera e previo versamento, penso all’erario o a qualche ufficio governativo, di 50 dollari per ogni corista. Si pensi alla difficoltà, in un paese a regime socialista, per una persona comune che non avesse autorizzazione per recarsi all’estero in quanto non politico, o uomo d’affari o sportivo, a procurarsi una simile somma. La terza cosa che capimmo fu che riuscendo qualche volta a recarsi all’estero, essi cercavano di procurarsi per il coro, tramite i pagamenti dei concerti, valuta pregiata (persino la nostra liretta lo era!) per trafficarla poi secondo i sistemi consueti in quei paesi e procurarsi i dollari per futuri viaggi. Fu per quest’ultimo motivo che fatti i conti e visto l’incasso non certo esaltante ma non indifferente del concerto, (saranno state trecento mila lire?) il nostro direttore Andrea Bissi ed io ci scambiammo una occhiata e senza dire parola lasciammo tutto l’incasso ai nostri nuovi amici. Questa amicizia si rinsaldò quando poco dopo, alla fine del 1988, riuscimmo finalmente a effettuare la nostra tournée in Cecoslovacchia, restituendo loro le visite fatte in Cuneo.
L’amico Renzo
Conobbi Renzo Macario nel lontano 1972, quando, irretito da mia moglie, già allora anziana del coro, entrai timidamente nella sede di via Santa Maria, dinnanzi alla chiesa di san Francesco, per provare l’avventura del canto corale.
La prima sala a destra, quella con la pedana, era riservata agli uomini.
Lì, due sere la settimana, facevano prova i tenori ed i bassi, tra i quali alcuni che la Corale l’avevano fondata nel 1946, Carletti e poi Scotto, Taricco, Faletto, Combale, Rocchia e tanti altri; tra loro anche i fratelli Piero e Renzo Macario.
Renzo ebbi modo di conoscerlo meglio negli anni successivi quando la sede fu spostata in via Alba – si era nel 1974 – nei locali del Genio militare.
Poco dopo, oltre ad essere corista, mi occupai della parte organizzativa del coro e ne fui anche per qualche anno Presidente; è in quel ruolo che, avendo contatti più stretti e continuativi con il Direttore, il Segretario ed i consiglieri della Società, ebbi modo di conoscere meglio Renzo, che nella sede ci stava più di tutti ed era consigliere da sempre.
Uomo solitario e chiuso di carattere, insieme al fratello Piero non aveva avuto un’infanzia sicuramente facile; poveri ed orfani erano stati ospiti dell’“Ospissi” (pomposamente “Orfanotrofio Educativo Professionale”) per poi affrontare la vita militare e gli anni della guerra: Renzo in Sicilia ed in seguito prigioniero in Inghilterra, Piero combattente e poi coraggioso partigiano in Val Grana.
L’amore di Renzo per la musica e conseguentemente per la Corale era totale; ascoltatore instancabile di classica e lirica, frequentatore di concerti e saggi, grazie alla notevole musicalità innata ed alla frequentazione assidua del canto (negli ultimi anni cantava anche nella cantoria parrocchiale del Cuore Immacolato diretta da Mario Follo) era divenuto un conoscitore esperto ed un corista intransigente con sé e con gli altri, insofferente dei colleghi disattenti o distratti e di quelli più giovani che magari talvolta scherzavano o ridevano; insomma un incontentabile “brontolone”, mai soddisfatto dell’esito artistico e delle prestazioni del coro in prova o in concerto.
La sede di via Alba era per lui seconda casa; lì trascorreva molte ore del suo tempo libero, interi pomeriggi, a riordinare, pulire, ramazzare, mettere a posto le cartelle dei coristi.
Si era assunto, chissà quando, l’impegno più umile, ma essenziale anche nella più piccola comunità o associazione, di garantire la pulizia della sede, compreso il vecchio bagno, di rifornirlo di carta igienica, di tenere in ordine il ripostiglio.
Era stato un impegno, oserei dire un “voto” laico – perché Renzo era un fierissimo laico – che avrebbe onorato finché avesse cantato attivamente nel coro, come fece per anni!
Conversando con lui scoprii un uomo interessato alla vita politica e sociale; lettore dell’Espresso e di molte altre riviste, anche se i suoi studi erano stati modesti, sapeva riflettere ed argomentare di moltissime cose e dare giudizi saggi, mai avventati o faziosi, alternando al piemontese, sua lingua nativa, un italiano correttissimo, caratterizzato talora da leggera balbuzie soprattutto quando si infervorava od indignava su qualche questione.
Nacque tra noi un’amicizia basata su reciproca, autentica stima.
Impiegato alla Sip, ove svolgeva mansioni di pulizia, gli venne proposto di diventare “notturnista”, cioè centralinista di notte; era il passaggio da operaio non specializzato al ruolo impiegatizio, il primo passo per una carriera meno faticosa e più remunerativa; Renzo però rinunciò senza esitazione perché ciò avrebbe significato non partecipare più alle prove, serali, del coro.
Voglio ricordarlo in due momenti della vita del coro: la prima, relativa ai primi anni Ottanta, quando finalmente si riuscì a portare il coro a cantare in qualche tournée; lo vedevo imbarazzato e seriamente preoccupato, lui così abitudinario, all’idea di dover affrontare viaggi scomodi e faticosi, dormire in letti nuovi, talora ospiti in famiglie di lingua straniera, mangiare cibi insoliti; eppure, dalla sua bocca mai una lamentela o protesta trattandosi della “Corale”
Ancora lo rivedo, e provo tenerezza, mentre indaffarato, insieme a Beppe Garino, a Carlo Ramello ed a pochi altri riordina, dopo il concerto la chiesa, spostando banchi, rimovendo pedane, raccogliendo in valigia le partiture e portando via il leggio del direttore; questo mentre tanti giovani coristi si intrattenevano con amici e parenti a commentare il concerto, non vedendo, o forse facendo finta di non vedere quanto c’è da fare.
Lui il concerto se lo risentiva subito giunto a casa, perché insieme a suo fratello, prima dell’esecuzione, aveva diligentemente montato i microfoni e preparato l’apparato, di cui era orgogliosissimo, per registrare l’esecuzione del coro.
I suoi ultimi anni non devono essere stati molto lieti; lui libero come l’aria, totalmente disorganizzato nella gestione della sua vita, costretto al pensionato, ad orari decisi da altri; poche amicizie e solitudine, la musica sola a tenergli fedele compagnia; poi gradualmente il dileguarsi delle relazioni, le visite sporadiche di pochi amici coristi, confortato però dall’amicizia solida di Beppe Garino e Gio Lingua. Voglio pensarlo in un coro celeste (tra i baritoni ed i tenori naturalmente) insieme agli amici suoi più cari, quelli della sua giovinezza, della “Corale”, allora solamente maschile, degli anni ’50. Sia pace a te Renzo e grazie per quanto, senza nulla chiedere, ci hai dato.
Moravia 1988
Portare un gruppo corale in tournée è impresa piuttosto complessa. Chi vuole andare in bus, chi in aereo; chi vuole il bus ovviamente non desidera l’aereo e viceversa. E poi c’è chi lavora e non ha tempo e chi già è in pensione. E poi la durata. Due, tre, quattro giorni? E in che periodo? “Io no in estate perché faccio le ferie!”. “Io no in primavera perché ho da andare in montagna qui!”. “Si potrebbe andare in autunno?” “No, grazie, piove!” Ci resta l’inverno: “Ma siamo pazzi, fa freddo!”. “Io andrei in aereo, ma non voglio certo sprecare tre o quattro giorni e poi ottenere un venerdì libero non è facile!”. “Partiamo il sabato prestissimo, in treno naturalmente, perché non a tutti piace l’aereo, siamo democratici non è vero? Facciamo il concerto il sabato sera e domenica mattina prendiamo un treno prestissimo perché non mi voglio certo perdere la puntata alla Tivù di domenica sera!”. E poi ci sono i costi. “Io già vengo due sere a settimana a cantare e dovrei pagarmi il viaggio? Dovreste pagarmelo voi!” (non si capisce bene chi sia questo “voi”). Dopo estenuanti riunioni, discussioni, prese di posizione, mediazioni si organizza per Brno, dove da tempo ci hanno invitati. Si andrà durante il ponte dei Santi in bus; è sicuramente il periodo migliore per un viaggio di piacere come il nostro. Si fa il passaporto a Roma, si prenota l’autobus, si parte.
I due autisti, (sono due perché il viaggio prevede una comoda tappa unica Cuneo – Brno, via Vienna con partenza all’alba e arrivo a Brno verso l’ora di cena) commettono un tragico errore. Vanno infatti a Roma all’ambasciata ceca per ottenere il visto sui passaporti un giorno prima del viaggio programmato, ma l’ambasciata è chiusa: festa nazionale della Repubblica di Cecoslovacchia! “Disastro” – ci assicurano gli amici da Brno – non vi faranno mai entrare! Può anche darsi che si commuovano, intanto noi qui cercheremo di muovere mari e monti. Portate in ogni caso una bella scorta di Marlboro e wiski, per aiutarli a commuoversi”. L’idea alternativa è quella, se non ci fanno passare, di tornare verso Vienna che non è lontana e cercare un albergo per la notte e ripartire la mattina presto. Idea un po’ pazzerella, alle undici di sera, quella di bussare ad un albergo dicendo “siamo solo in quarantacinque, avreste posti per farci dormire?”
Confine: sono le 21.00 circa. Il poliziotto è un pezzo di m… e lo si vede dal modo arrogante con cui sale sul bus, faccia da nazista; parla naturalmente solo nella sua lingua. Vuole infatti i passaporti, ma separati, da una parte le donne, dall’altra gli uomini; fortunatamente il nostro maestro Andrea Bissi parla perfettamente lo sloveno e comprendendo anche qualcosa delle altre lingue slave, prende le redini in mano: “Fare due mucchi dei passaporti, fermi, zitti, bravi ognuno al suo posto, lasciate parlare me!”. Ci fanno aspettare due belle ore ma poi arriva il sospirato pass! I nostri amici di Brno, dall’altra parte della sbarra, pallidi, stremati e quasi stupiti; si sono fatti una bella zuppa di kilometri e un bel costo in benzina per venire a prenderci. Ora sale sul bus il doganiere (che sia il gioco del poliziotto cattivo e di quello buono? Speriamolo! Ci farà aprire le valigie una per una?) “Bravi Italiani, gli Italiani cantano sempre, fatemi sentire un pezzo.” Che ci prenda per i fondelli? La cantata è in ogni caso liberatoria, scrosciante applauso al poliziotto buono. Si arriva naturalmente a Brno tardissimo, sono le 23.00 passate. I nostri amici, poverelli avevano prenotato la cena in uno strano locale, metà ritrovo, metà sala da ballo, e riescono dopo vari tira e molla a farci ancora dare qualcosa da mangiare. È una specie di circolo o casa del Popolo brulicante di Vietnamiti, Africani, Cubani, Cinesi. Ci spiegano che sono gli ospiti dei paesi fratelli che il Regime accoglie e forma nelle varie scuole. Vanno lì per fraternizzare, trovare magari qualche ragazza gentile che danzi con loro, ma i locali li detestano; Libor li guarda con odio e disprezzo, alla faccia dell’Internazionalismo proletario.
Brno sembra una città occupata, ogni angolo della piazza centrale, ogni via è presidiata da coppie di poliziotti in divisa o in borghese. Gli amici nostri sono terrorizzati e ci informano che a Praga vi sono state manifestazioni di studenti, che il Castello è presidiato dall’esercito con i carri armati; non si sa cosa domani può capitare. “Vi scongiuriamo, non uscite dall’albergo, non accettate proposte in strada di cambiare valuta, possono essere dei provocatori, se volete vi cambiamo noi tutto ciò che volete…”
Albergo: chi è stato in un paese dell’Est prima del 1989 sa bene di cosa stiamo parlando, gli altri non possono neppure immaginare. È in centro, sulla piazza principale, un bel palazzo storico, doveva essere in passato un hotel di lusso come dimostrano i tappeti rossi su tutte le scale, ma pieni di buchi da mozziconi di sigaretta, le prese elettriche sia negli spazi pubblici che nelle stanze sono volanti, sradicate in gran parte dalla parete, i muri scrostati qua e là, le lenzuola bucate e rattoppate. Abbiamo talmente sonno, fatica e stress che tutto passa, tutto va bene!
Momenti magici Ci accompagnano a visitare il memoriale che ricorda la battaglia di Austerlitz, la cosiddetta battaglia dei tre imperatori, svoltasi il 2 dicembre 1805, nella pianura di Brno, non distante da Vienna, un massacro con migliaia di morti. Il piccolo sacrario costruito sulla collina, in stile Liberty, si chiama “Mohila miru” che in ceco significa “Tumulo di pace”. Fu voluto da un sacerdote, realizzato nel 1912 e dedicato alla pace: non lontano nella pianura si intravede Vienna. Libor con le lacrime agli occhi: “Laggiù c’è Vienna e questi bastardi neppure ci lasciano andare a vederla. Possiamo guardarla da lontano e sognare!” Gita nel carso moravo. Fanno aprire per noi delle stupende grotte, in barca attraversiamo un lago sotterraneo, usciamo in una immensa caverna; poche lampade illuminano scarsamente l’ambiente, senza che nessuno lo proponga il coro comincia a intonare qualche aria. Bissi prende in mano le redini; ricordo un emozionante esecuzione di “Tourdion” una ballata del Cinquecento; io non canto, sto in ascolto e faccio foto; pelle d’oca, emozione intensa, momento di felicità assoluta nel trovarsi immersi godendo delle tre cose più belle del mondo, gli amici italiani e cechi, la musica, la natura! Segue prima del concerto serale, una cena alle quattro circa del pomeriggio in una locanda, una specie di isba isolata nella campagna. Arredo rustico in legno, stufa che scalda, si cena in allegria, fuori, dalle strette finestrelle vediamo la neve che comincia a cadere tra gli abeti.
Praga Concerto, discorsi, scambi di doni ecc., ma questa è routine. I coristi vogliono andare a Praga; ma ce l’hanno detto in mille modi: “ a Praga c’è pericolo, è meglio non andare, abbiate pazienza, aspettate”. Arriva il cenno liberatorio, sospiro di sollievo, soprattutto per loro; i carri sono stati riportati in caserma, la città è tranquilla, tutti di corsa a Praga. Gironzolo per la meravigliosa città senza meta, con il piacere di stare con gli amici Libor e Vladimir; è un tour attraverso bar e caffè a bere la loro grappa gialla; così scopro con qualche dispiacere ciò che già avevo sospettato, che l’amico Libor è purtroppo molto attaccato al bicchiere e i suoi amici devono controllarlo e sostenerlo. Molti altri accadimenti ci capitarono in quel bel viaggio e sarebbe tedioso narrarli tutti con il rischio di annoiare chi legge. Tra canti, lazzi e risate si tornò a casa.
Appendice 1 Concerti della Società dall’anno 1976 all’anno 1991
Concerti dell’anno 1976
4 dicembre – Cuneo – Chiesa di Santa Chiara In occasione del 30° di fondazione del coro Concerto del sestetto polifonico “I vocalisti” direttore: Teresio Colombotto
11 dicembre Cuneo – Civico Teatro Toselli Concerto corale direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1977
14 gennaio Alba – Duomo Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
15 aprile – Cuneo – Palestra del Liceo Scientifico Lezione – concerto sulla coralità direttore: Andrea Bissi
24 aprile – Cuneo – Chiesa di San Francesco Partecipazione al 32° Anniversario della Liberazione con alcuni canti
7 dicembre- Cuneo – Chiesa Cattedrale Concerto di musica sacra – Esecuzione della”Missa brevis” di W.A.Mozart organista: Gianfranco Agamennone direttore: Andrea Bissi
11 dicembre Cuneo – Chiesa cattedrale Concerto in ricorrenza di Santa Cecilia direttore: Andrea Bissi
24 dicembre- Cuneo – Chiesa di San Sebastiano Concerto di Natale direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1978
6 maggio – Cuneo – Chiesa di Santa Chiara Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
13 maggio – Torino – presso Società “Pro cultura femminile” organizzato dalla Signora Maghini in ricordo del marito M. Ruggero Maghini Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
21 dicembre – Cuneo – Civico Teatro Toselli Prima esecuzione in Cuneo dei “Liebeslieder walzer op.52” di J. Brahms Concerto Corale pianisti: Luigi Dominici – Giorgio Montagna direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1979
24 febbraio – Cuneo – Chiesa di Sant’Ambrogio Concerto del Coro “Musica Laus” direttore: Luigi Mulatero
13 aprile – Cuneo- Country club Concerto Corale pianisti: Luigi Dominici – Giorgio Montagna direttore: Andrea Bissi
Aprile – Mondovì Concerto della Società Corale direttore: Andrea Bissi
Aprile – Cuneo – Civico Teatro Toselli Concerto del gruppo corale “La Grangia” di Torino direttore: Angelo Agazzani
28 aprile- Cuneo – Chiesa del Cuore Immacolato Concerto de “I piccoli Cantori di Torino” direttore: Dino Dolce
18 maggio – Fossano – Chiesa cattedrale Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
25 maggio – Busca Concerto della Società Corale organista: Gianfranco Agamennone direttore: Andrea Bissi
1° giugno Savigliano – Teatro Sorelle Milanollo Concerto della Società Corale pianista: Luigi Dominici direttore: Andrea Bissi
8 settembre – Limone P. – Teatro” La cicala” Concerto Corale pianisti: Luigi Dominici – Giorgio Montagna direttore: Andrea Bissi
29 settembre –Verzuolo – Antica Chiesa della Villa Concerto della Società Corale direttore: A. Bissi
13 ottobre – Roccavione – Chiesa della Confraternita Concerto corale direttore: Andrea Bissi
30 novembre – Borgo S.D. – Chiesa di Gesù Lavoratore Concerto Corale pianista: Luigi Dominici direttore: A. Bissi
2 dicembre – Diano d’Alba – chiesa parrocchiale Concerto in occasione di Santa Cecilia direttore: A. Bissi
Concerti dell’anno 1980
8 febbraio – Cuneo – Civico Teatro Toselli Concerto Corale pianista: Luigi Dominici direttore: Andrea Bissi
21 marzo – Boves – Chiesa di Santa Croce Concerto Corale pianista: Luigi Dominici direttore: Andrea Bissi 24 aprile – Cuneo –Ridotto dell ‘ex Cinema Monviso “Un fotografo attraverso il regime” Partecipazione all’inaugurazione della mostra con alcuni canti
3 maggio –Cuneo –Chiesa di Santa Chiara Concerto corale direttore: Andrea Bissi
11 ottobre – Cuneo – Civico Teatro Toselli Partecipazione ai festeggiamenti in onore di Adele Faraggiana
24 dicembre – Cuneo – Chiesa degli Angeli Messa di Natale
Concerti dell’anno 1981
2 aprile Cuneo – Chiesa di Santa Chiara Corale polifonica di Sommariva del Bosco direttore: Claudio Chiavazza
9 aprile – Cuneo – Chiesa di Santa Chiara Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
25-27 aprile – Besancon – Eglise Notre Dame Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
28 aprile – Caraglio – Chiesa dei Cappuccini Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
17 maggio – Torino – Piccolo Teatro Regio – a cura della Associazione Cori Piemontesi Partecipazione a “I cori piemontesi al Piccolo regio” direttore: Andrea Bissi
24 maggio Verzuolo – Antica Chiesa della Villa Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
20 settembre – Cuneo – sede sociale in collaborazione con il Cambridge Institut Concerto del Cambridge Wind Quintet
24 dicembre Cuneo – Santuario degli Angeli Partecipazione alla Messa di Natale
Concerti dell’anno 1982
30 gennaio – Dronero –Chiesa parrocchiale Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
6 febbraio – Carmagnola – Chiesa Collegiale Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
26 marzo – Cuneo – Chiesa del Sacro Cuore Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
25 settembre – Cuneo – Cinema Teatro Monviso Partecipazione a “Cultura di popolo nel canto corale” con la partecipazione di: Li Troubaires de Coumboscuro Gruppo corale La Baita Coro Tre castelli di Magliano Alfieri Società Corale Città di Cuneo
Concerti dell’anno 1983
25 marzo – Cuneo – Sede sociale Concerto corale direttore: Andrea Bissi
14 aprile – Cuneo – Chiesa del Sacro Cuore Concerto Corale organista: Gianfranco Agammennone direttore: Andrea Bissi
21-24 aprile – Tournée del coro in Germania 23 aprile – Mainz – Steinhalle (Museo di antichità) Concerto corale organista: Gianfranco Agamennone direttore: Andrea Bissi
24 aprile – Wiesbaden – Teatro comunale Sotto l’egida del consolato italiano Concerto corale organista: Gianfranco Agamennone direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1984
3 febbraio- Cuneo – Chiesa cattedrale Concerto del Coro polifonico turritano direttore: Antonio Sanna
12 aprile – Cuneo – Chiesa del Sacro Cuore Concerto “Musiche sacre e profane per coro di J. Brahms” soprano: M. Jeanne Thevenet Himberlin contralto: Teresa Uda organista: Gianfranco Agamennone direttore: A. Bissi
7 giugno – Fossano – Chiesa dei Battuti rossi Concerto corale Soprano: M. Jeanne Thevenet Himberlin direttore:Andrea Bissi
15 giugno – Racconigi Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
16 giugno –Cuneo – Chiesa di Santa Chiara Concerto Corale “ Coro giovanile di Atvidaberg “ (Svezia) direttore: Ingemar Ericson
30 giugno – Aosta – Chiesa di Sant’Orso Partecipazione alla 8° Rassegna Internazionale di Corali polifoniche direttore:Andrea Bissi
30 settembre – Villanova Mondovì – “ Primo incontro dei cori della Granda” Patrocinato da ACP
4 dicembre – Borgo S. Dalmazzo -Chiesa parrocchiale Concerto corale direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1985
29 aprile – Cuneo – Chiesa del sacro Cuore “Ispirazione religiosa dal gregoriano a Strawinski Influssi e suggestioni popolari nella musica corale tra ‘500 e ‘900 “ Concerto corale direttori: Ezio Mandrile- Andrea Bissi
27 settembre – Cuneo – Chiesa cattedrale Nell’ambito dei festeggiamenti per San Michele Arcangelo patrono della città Concerto Corale organista: Gianfranco Agamennone direttori: Ezio Mandrile – Andrea Bissi
13 dicembre – Cuneo – Chiesa del Sacro Cuore Natale in coro Coro della Società corale Voci bianche della Società Corale organista: Elisabetta Fusari direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1986
13 maggio – Cuneo – Chiesa del Sacro Cuore “ Le cantate di J. S. Bach “ n.48 e n.99 Concerto corale – orchestrale Coro della Società Insieme strumentale “ Musica stravagante” di Londra diretto da David Wray direttore:Andrea Bissi
!4 maggio – Savigliano – Chiesa di Sant’Andrea “ Le cantate di J. S. Bach “
25 maggio – Fossano – Castello degli Acaja Partecipazione a “Vos d’La Granda” – 2° incontro cori della Provincia Granda a cura della ACP Coro della Società diretto da Andrea Bissi Coro di voci bianche della Società diretto da Maria Garelli Fino
7 settembre – Cortile di “Torre Roa” “ Le cantate di J. S.. Bach “
13 settembre – Chiusa di Pesio – Chiesa della SS. Annunziata “ Le cantate di J. S. Bach “
Concerti dell’anno 1987
9 gennaio – Carmagnola – Chiesa dei padri Domenicani Concerto corale clavicembalo: Renzo Pepino direttore: Andrea Bissi
15 aprile – Cuneo – Chiesa cattedrale Sotto l’egida di “Piemonte in musica” J. S. Bach “Passione secondo Giovanni” soprano: Ulrike Wurdak contralto: Giuseppe Zambon tenore: Bernhard Hunziker basso: Hans Christian Ziegler Coro della Società Corale Corale polifonica di Sommariva Bosco European Baroque Ensemble direttori del coro Andrea Bissi – Claudio Chiavazza direttore e concertatore: Sergio Balestracci
16 aprile – Torino – Chiesa del Santo Spirito “Passione secondo Giovanni “ di J. S. Bach
17 aprile – Savigliano –Chiesa di Sant’Andrea “Passione secondo Giovanni” di J. S. Bach
12 settembre – Cuneo – Chiesa Cattedrale Concerto del coro misto “Tone Tonsic “ di Lubiana direttore : Jernej Habjlianich ?
10- 13 settembre – Sommariva Bosco Partecipazione a “ Incontri corali 1987 “ con seminario di studio per direttori tenuto dal maestro Nicola Conci
13 settembre – Torino – Chiesa del Santo Spirito Sotto l’egida di “Piemonte in Musica” Esecuzione dell’ Oratorio “ David” di Alessandro Scarlatti Orchestra e Coro dell’Accademia del Santo Spirito Coro della Società Corale direttore : Andrea Bissi direttore: Sergio Balestracci
15 novembre – Biella – Chiesa parrocchiale Concerto della Società Corale direttore : Andrea Bissi
18 dicembre – Manta – Chiesa parrocchiale Concerto di Natale direttore : Andrea Bissi
19 dicembre – Cuneo – Chiesa cattedrale Concerto natalizio Coro della Società Coro di voci bianche della Società corale direttori Andrea Bissi – Maria Garelli Fino
20 dicembre – Sommariva Bosco – Chiesa di San Giovanni Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1988
10 giugno – Cuneo – Chiesa di San Tommaso Concerto corale direttore: Andrea Bissi
16 giugno – Saluzzo – Chiesa di San Bernardo sotto l’egida dell’Unicef Concerto Corale direttore: Andrea Bissi
15 dicembre Cuneo – Chiesa cattedrale Musiche di J. S. Bach e W. A. Mozart per soli, coro e orchestra Coro della Società Corale Corale polifonica di Sommariva Bosco Amaedeus Orchestra direttori coro: Andrea Bissi – Claudio Chiavazza direttore e concertatore: Antonio Tappero Merlo
17 dicembre – Sommariva Bosco – Chiesa del convento Musiche di J. S. Bach e W. A. Mozart
Concerti dell’anno 1989
14 giugno – Cuneo – Chiesa di San Tomaso Concerto corale direttore : Andrea Bissi Musiche di J. S. Bach – F. Mendelssohn – P.I. Cajkovskij- A. Dvorak direttore: Andrea Bissi
Concerti dell’anno 1991
17 maggio Cuneo- Chiesa di San Francesco W. A. Mozart “ Messa da Requiem “ per soli, orchestra e coro soprano: Cristina Cordero contralto: Renata Colombatto tenore: Silvano Santagata basso: Antonio Abate Orchestra da camera di Ivrea Coro dell’Accademia del Santo Spirito Coro Pholiphoniae Studium Coro della Società corale Città di Cuneo direttore: Sergio Balestracci
18 maggio- Saluzzo – Chiesa di San Giovanni
“Messa da Requiem “ di W. A. Mozart
19 maggio – Mondovì – Chiesa Cattedrale “Messa da Requiem” di W. A. Mozart
23 maggio – Torino – Chiesa di San Filippo “Messa da Requiem” di W. A. Mozart
CORALI A CUNEO DALL’EUROPA
Anno 1981
12 settembre “Mainzer Singakademie” (Germania) Coro misto direttore: Eberhard Volk
18 settembre “Maitrise Gabriel Fauré” (Francia) Coro femminile direttore: Thèrese Farré Fizio
24 settembre “Corale universitaria di Torino” (Italia) coro misto direttore: Giovanni Acciai
Anno 1983
19 settembre “Grex vocalis” (Norvegia) Coro misto direttore: Carl Hogset
23 settembre “Mainzer Figural Chor” (Germania) Coro misto direttore: Stefan Weiler
8 ottobre “Bottega musicale di S. Raffaele Cimena” (Italia) Coro di voci bianche direttore: Piero Busca
16 ottobre “L’Esterelenco” (Francia) Coro misto direttore: Daniel Artus
Anno 1986
12 settembre “Coro della Società corale Città di Cuneo” (Italia) Concerto corale – orchestrale Direttore: Andrea Bissi
18 settembre “Coro Kràhonorskà” (Cecoslovacchia) Coro femminile direttore: Bohuslav Navràtil
4 ottobre “Ensemble Vocal” A coeur joie” (Francia) Coro femminile direttore: Francine Bessac
11 ottobre “Gruppo Polifonico Corradini” (Italia) Coro misto direttore: Fabio Lombardo
Anno 1988
17 settembre “I Cantori di Santomìo” (Italia) Coro misto direttore: Piergiorgio Righele
24 settembre “Coro Kràhonorskà” (Cecoslovacchia) Coro femminile direttore: Bohuslav Navràtil
18 ottobre “Les festes d’Orphée” (Francia) Coro misto direttore: Guy Laurent
STAGIONI MUSICALI PER I SOCI
Anno 1983
25 gennaio – sede sociale Concerto per Duo pianistico Giuseppe Giusta – Iolanda Pavesi
26 febbraio – sede sociale Concerto per pianoforte Pianista: Paola Fabi
4 Marzo – sede sociale I 5 Divertimenti K aub 229 di W. A. Mozart Clarinetto: Sergio Delmastro Clarinetto: Claudio Chiavazza Fagotto: Pier Antonio Tappa
19 marzo – sede sociale Concerto per voce e pianoforte Soprano: Marie Jean Thevenet Pianoforte: Fulvio Galanti
14 aprile – Chiesa del Sacro Cuore Concerto corale della Società corale Direttore:Andrea Bissi
17 – 24 novembre – 1-15 dicembre – sede sociale Incontri con l’autore nel 150° della morte “J. Brahms: il tramonto di un’epoca” a cura Andrea Bissi
Anno 1984 Stagione dedicata all’opera di J. Brahms
21 febbraio – sede sociale. Le sonate op.38 e op.99 Violoncello: Ermanno Franco Pianoforte: Clelia Franco Bigotti
15 marzo – sede sociale. Le sonate op.78 e op.100 Violino: Bruno Pignata Pianoforte: Andrea Bissi
22 marzo – sede sociale. Le sonate op. 120 Clarinetto: Massimo Bergamini Pianoforte: Adele Bellotti Viola: Enrico Massimino Pianoforte: Livia Conte
3 aprile – Chiesa del Sacro Cuore Le composizioni per organo Organisti: Elisabetta Fusari – Mauro Maero- Alberto Peirolo
12 aprile- Chiesa del Sacro Cuore Composizioni sacre e profane per coro Organista: Gianfranco Agamennone Coro della Società Corale Città di Cuneo Direttore Andrea Bissi
Anno 1985 Stagione dedicata a J. S. Bach
23-31 gennaio sede sociale “Vienna 1780-1890” – Un secolo di storia attraverso il pianoforte pianisti: Patrizia Fusari – Elio Ricca – Andrea Bissi
9 marzo – salone del museo civico Conversazione su J. S. Bach prof. Alberto Basso autore di “Frau musika”
11 marzo –Chiesa cattedrale Musiche organistiche di J. S. Bach organista: Mauro Maero
18 marzo Chiesa cattedrale Concerto organistico organista: Elisabetta Fusari
25 marzo Chiesa cattedrale Concerto organistico organista: Giuseppe Peirolo
15 settembre Chiesa cattedrale Concerto corale Coro polifonico Kantila di Brno direttore: Bohuslav Navràtil.